Palazzo Serbelloni

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Restauro Conservativo dei prospetti esterni, lato via san Damiano e via Mozart

All’aurora dell’epoca moderna, gli antichi insediamenti medioevali che costituivano il cuore della città scomparivano inesorabilmente o venivano obliterati,  per l’affermazione di nuovi stili e culture architettoniche  che di lì a poco avrebbero  delineato l’orizzonte urbano. Palazzo Serbelloni, monumentale edificio neoclassico, è una delle principali testimonianze storiche di quel periodo di transizione che fu il XVIII° secolo, dove  l’architettura trionfale si inseriva  in un tessuto cittadino molto  raccolto e , a tratti, ancora agricolo.Là dove sorge l’attuale complesso, esisteva infatti  un edificio di tipo  residenziale  “Villa Trotti”  di origine seicentesca  ( composto molto probabilmente  anche da corpi di fabbrica medioevali), il cui territorio  comprendeva un ‘area che si estendeva dalla cerchia dei Navigli  fino alle cinta delle Mura spagnole.
Il fine dell’intervento di restauro, oltre alla conservazione dei supporti è stato di evidenziare il più possibile, nei frammenti e nei lacerti di intonaco e cotto ivi presenti, le  origini del XVII° secolo dei prospetti di Via S. Damiano e di Via Mozart, che lo stesso Cantoni intelligentemente volle riutilizzare, inglobandoli nella nuova costruzione voluta dalla famiglia  Serbelloni.
Dal punto di vista tecnico l’opera ha interessato  la pulizia, il restauro e il consolidamento dell’apparato lapideo  delle superfici in cotto delle facciate.
Dal punto di vista diagnostico, l’apparato dei prospetti ha evidenziato, dopo una campagna di sondaggi stratigrafici e materici eseguiti sui supporti, con l’ausilio del Laboratorio Palladio, di cui abbiamo ampia documentazione tecnica, quelle informazioni storiche  tipologiche  e architettoniche ipotizzate in precedenza.
Sono state  rilevate evidenti ed estese tracce di intonaco a calce  sei e cinquecentesca su buona parte della superficie muraria lapidea, probabilmente  demolita nel suo insieme  alla fine del XIX ° secolo.
Le facciate originarie erano  quindi  intonacate con una leggera stesura a calce pigmentata. In ragione di ciò, meritano in proposito alcune approfondimenti quei particolari costruttivi (come le finestre, gli architravi, e le cornici)  qui riemersi dopo una approfondita pulitura e consolidamento,  elementi che hanno dato modo di evidenziare  una storia che si  credeva definitivamente scomparsa.

Testo a cura di Enrico Colosimo